Sono in pochi a saperlo ma i ragni sono dei piccoli ingegneri a otto zampe, capaci di creare complessi sistemi di pulegge di seta per catturare prede di grandi dimensioni come lucertole o piccoli mammiferi.
Fino ad ora gli scienziati non sapevano esattamente come gli aracnidi fossero in grado di catturare vittime così pesanti. Questo perché la seta di questi animali è si elastica ma non abbastanza resistente da reggere un peso elevato.
Nonostante questo, l’elasticità della seta, consente alla ragnatela di immagazzinare e amplificare l’energia, proprio come la corda di un arco che viene tesa e poi rilasciata per scoccare una freccia. Quindi, partendo da questo presupposto, gli scienziati hanno lavorato con due specie di ragni (Steatoda paykulliana e Steatoda triangulosa) al fine di chiarire il mistero.
L’esperimento
Durante i test è stato chiesto agli aracnidi di sollevare dei piccoli scarafaggi. I ragni pesavano al massimo 0,22 g e gli scarafaggi circa 0,56 g.
Gli scienziati li hanno quindi osservati mentre costruivano le loro trappole, facendo penzolare fibre speciali tempestate di colla appiccicosa per intrappolare la preda e segnalare al ragno quando qualcosa veniva catturato. Hanno notato che, se la sfortunata vittima è un piccolo insetto, quel filo può bastare per sollevarlo. In caso la preda fosse troppo grande il ragno sfrutterebbe la forza delle proprie gambe per issarlo e catturarlo.
Non è più un osservatore passivo in attesa della preda, ma è attivamente coinvolto nella cattura producendo ulteriore seta nel mentre per rafforzare la propria ragnatela, evitando quindi che vada in ipertensione e si spezzi. Durante l’esperimento i ragni hanno sollevato gli scarafaggi a circa 8 cm da terra con una velocità di sollevamento pari a 0,01 cm al secondo.
Gli autori dello studio hanno anche identificato quattro diversi tipi di seta che i ragni utilizzano per costruire la ragnatela, ciascuna con una funzione specifica. Due tipi sono fili di supporto, ciascuno prodotto da una diversa ghiandola, mentre gli altri sono i fili che intrappolano le prede, ricoperti di goccioline appiccicose e una seta molto più resistente che sostiene il tutto.
Ricerche di questo tipo sono fondamentali. Studiare le proprietà di nuovi materiali, come in questo caso la tela dei ragni, permette poi di poterne usufruire in campo medico o industriale. Per chi volesse approfondire l’argomento è possibile consultare i dati della ricerca a questo Link.
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